Claudio, tutor del progetto Alimentazione Fuori Casa , ci racconta i perché del suo impegno come volontario:
Quando alcuni anni fa partecipai al corso destinato ai tutor AFC, ero soprattutto perplesso. Come ex bancario, esaminare ingredienti, scaffali, menù, eccetera, mi sembrava una strana avventura, anche se come forchetta di “peso” avventurarmi nelle cucine poteva avere un certo richiamo. Volevo venire soprattutto incontro alle esigenze di chi in famiglia è celiaco e che, causa diagnosi recente, oscillava fra rabbia e frustrazione ogni volta che si parlava di mangiar fuori.
Ho iniziato ad affiancarmi a chi era già esperto nelle visite nei locali del network AFC: a quel tempo constatavo come l’adesione di un locale al progetto AFC fosse frequentemente motivata dalla presenza di un celiaco nell’ambito famigliare del ristoratore. C’era certamente spirito di “servizio”, ma spesso mancava la “fiamma” dell’interesse commerciale e la passione per la sperimentazione in cucina. Il tutto, a mio avviso, creava difficoltà nel rapporto fra tutor e ristoratore anche circa il significato vero della attività di monitoraggio periodico.
Poi qualcosa è cominciato a cambiare: vuoi per l’aumento delle diagnosi, delle gluten sensitivity e dei celiaci “immaginari”, i ristoratori hanno cominciato a capire che il celiaco non mangia da solo e il fuoco del “business” ha cominciato a scoppiettare. Dall’altra parte il celiaco ha preso coscienza, forse anche per merito dei produttori di “senza glutine” fresco artigianale, che non solo poteva mangiare senza glutine, ma anche mangiare bene e disporre di una cucina più estrosa. In tutta questa evoluzione, benefica per il celiaco, da mera sopravvivenza a pretesa qualitativa, anche il tutor è stato chiamato ad evolversi, quindi non solo in relazione agli adeguamenti normativi progressivamente intervenuti, ma anche circa la modalità con cui si interfaccia con il locale del network. Può collaborare con il ristoratore in una posizione di sempre maggiore reciproco interesse.
Quella che non può essere cambiata è invece la primaria missione e vocazione del tutor, cioè quella di consentire al celiaco di avere momenti di socializzazione e convivialità sicuri, oggi sempre più allegri e gustosi, cioè…semplicemente normali.
Grazie ai volontari e ai professionisti che collaborano con AIC, sono ormai tantissimi i locali aderenti al network AFC. Scoprili cliccando QUI