Il progetto Orientamento Gluten Free nel racconto di una mamma

Esami, celiachia, diagnosi, primi mesi… una nuova vita.

La centrifuga di emozioni parte, convinta, ma non può girare di continuo. E anche se i dubbi e le domande che emergono si moltiplicano senza sosta, bisogna cercare un porto sicuro, una chiave di lettura per ritrovare equilibri e routine.
Noi, e il piccolo Samuele, abbiamo deciso di farlo sempre grazie ad AIC, e ad i suoi volontari, seguendo il progetto “Orientamento gluten free”, su prezioso consiglio di una volontaria di Bologna.
La necessità di parlare con qualcuno che conoscesse davvero a fondo il problema anche da un punto di vista emotivo/psicologico ed alzare quindi ad un livello successivo la convivenza con la celiachia, ci sembrò subito una buona idea.

Contattata telefonicamente la sede di riferimento su Modena per una consulenza gratuita, ci è stato dato un appuntamento per un sabato mattina, a circa 2 mesi da quel giorno. Ad una settimana dall’atteso momento, siamo stati chiamati a conferma dell’incontro, con dettagli su luogo e indicazioni stradali. La stessa gentilezza e umanità poi, ci è stata ampiamente riservata durante il colloquio, un vero e proprio momento di confronto, semplice, che parte sin dalle basi, dove covano le più piccole e spontanee paure che una mamma e un papà incontrano nel loro ruolo, difficile già di suo.

Ambiente informale, clima familiare e accogliente. Oltre ad una perfetta puntualità, ci siamo subito sentiti a nostro agio, parlando di tutto quello che ci veniva in mente, quasi a ruota libera. Dalle difficoltà che si incontrano con la proposta di nuovo cibo, al rapporto/convivenza con altri genitori e amichetti che non conoscono il problema, alla stanchezza che ti prende quando i miglioramenti che vorresti non sono poi così veloci, e alla senza dubbio complessità di riuscire ad utilizzare le parole giuste per un bambino di appena 3 anni. Un bambino, che è tuo figlio, a cui devi imporre delle rinunce, per il suo bene, ma di cui non può comprenderne il senso… per lui sono solo “no”.

Nel ricevere ampi spunti di supporto educativo, si sono toccati molti cardini importanti per un genitore, dalla necessità di porsi maggiormente in ascolto, al bisogno di accrescere giorno dopo giorno il senso di responsabilizzazione e fiducia. Il tutto, facilitato anche da preziosi consigli pratici, come l’utilizzo di letture, vere e proprie favole (es. Grattugina, la bambina speciale), adatte alla sua età, con il divertente aiuto di un pupazzo reversibile che riproduce il villo intestinale in 2 colori e con 2 tipi di peluche differenti (con o senza la celiachia), per far comprendere i concetti più importanti, attraverso il gioco in chiave umoristica.
Cose semplici ma essenziali, rivolte ai bambini, che hanno di per sé difficoltà a comprendere, così come a fare domande, e altrettante difficoltà ne hanno nel comprendere le risposte. Infine, al termine dell’incontro, abbiamo maturato l’idea di contattare anche la dietista, messa a disposizione nelle medesime modalità, che potrà senza dubbio aiutarci a gestire con più consapevolezza (e meglio organizzare) la tabella alimentare di Samuele.

Questi strumenti, insieme ad un rinfrancato senso di sostegno e comprensione, non fanno che convincerci ulteriormente sulle scelte fatte. Ci sentiamo quindi di consigliare a tutti coloro che hanno figli, anche piccoli, e soprattutto neo-diagnosticati, di condividere la propria esperienza con i professionisti messi in campo da AIC e trarne, senza dubbio, maggiori informazioni, più certezze e la tanto attesa “ritrovata serenità”.

Grazie a tutti, da Samuele, e la sua famiglia.

Barbara Calcinelli

Valsamoggia (BO), 09/05/19